The Iron Lady I sentimenti? nonsense!

The Iron Lady  film diretto da Phyllida Lloyd del 2011



La regista inglese ha diretto Meryl Streep in Mamma Mia ! nel 2008, lì  l'ha ringiovanita, le ha fatto crescere i capelli e l'ha fatta ballare come una trentenne, qui tre anni dopo, l'ha invecchiata con un make-up credibilissimo e l'ha trasformata in una Tatcher ottantenne, affetta da dementia senile.

Phyllida dice tante cose in questo film senza dirle espressamente ma usando il corpo delle attrici e degli attori per farci capire la natura di un rapporto e il carattere di una persona.

Fin dai primi fotogrammi ci viene mostrato il rapporto devoto della figlia cinquantenne all'anziana mamma, allo stesso modo, la delusione cocente dipinta nel volto, a volte costernato, della figlia ci fa  intuire quanto cercasse ancora di recuperare una vicinanza e un'attenzione che le era stata negata da bambina.
Gli occhi soccorrevoli del marito, da giovane e da anziano, ci dicono tutto sulla natura del suo amore per Margaret; e lo sguardo  adorante della giovane Margaret ai comizi del papà-politico-droghiere, ci fanno capire da dove è partita la sua passione.

La carriera politica inizia prestissimo per la giovane Margaret. Convinta conservatrice, si è formata alla scuola del padre, politico appassionato e sincero, droghiere e sindaco, nonostante le umili origini, manda la figlia alla prestigiosa università di Oxford, con un unico mandato: "Non deludermi Margaret" a cui la figlia, per tutta la vita, cercherà di non venir meno.
 La vita di Margaret tra le fila del Partito Conservatore, sarà una vita di solitudine, come ben ci fanno intendere gli sguardi perennemente infastiditi, o di malcelata sufficienza con cui vengono accolte le sue idee politiche.
La fatica di una vita politica spesa a "dimostrare" all'infinito per "guadagnarsi" la considerazione che le spetta- ma come donna non ti viene mai riconosciuta e la devi continuamente rinegoziare- per Margaret continua persino durante il suo mandato come Primo Ministro. Alla fine dopo essere stata eletta per tre volte dal popolo verrà tradita dai compagni di partito. 
"The Iron Lady" è il nomignolo per lei coniato da un altro grande della politica europea degli anni Ottanta: Michail Gorbaciov.
Margaret più conservatrice dei suoi stessi compagni di partito non si    è mai piegata- forse non per merito ma per impossibilità- e ha portato avanti un inflessibile linea del non compromesso che non si è mai vista in politica, da sempre regno del compromesso.

Questa donna ha potuto emergere e convivere in un mondo di uomini ostili perchè in qualche modo affetta da "sordita"? Al dottore che la visita e le chiede innocentemente: "Come si sente?" l'anziana Tatcher risponde con una lunga filippica sull'inutilità del "sentire", sullo strapotere che il sentire ha nella vita di oggi, mentre quello che è importante è il pensare, da cui deriva l'agire.

Il cinema inglese nell'ultimo decennio riscopre le sue donne forti: dopo la "solita" Elisabeth I (negli anni Novanta addirittura ne sono stati fatti due di film) guarda alla contemporaneità con un ritratto della regina "The Queen" (2006) di Stephen Frears, e questo della Tatcher. In generale, è la cinematografia internazionale che sta (ri)scoprendo le donne forti: vedi il docu-film su Benazir Bhutto (2010) e il recente The Lady (2011) su Aung San Suu Chi


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