Signore di ferro

The Iron Lady     diretto da Phyllidia Lloyd   (2011)
The Lady             diretto da Luc Besson        (2011)




Questi film gettano  luce sulle vite privata di due donne dall'alto profilo pubblico si tratta di Margaret Tatcher e l'eroina birmana Aung Sang Suu Kyi.


Mentre la loro vita pubblica è stata documentata ed è facilmente reperibile, poco sappiamo sulle persone che hanno condiviso le loro vite e hanno vissuto loro accanto.

In effetti il costo delle scelte di queste due donne è stato proprio la perdita degli affetti più cari; sacrificati sull'altare della politica, per una, della lotta contro una dittatura, per l'altra.
La solitudine che ha accompagnato queste scelte è spesso in primo piano, a volte diventa così severa da trasformarsi addirittura in isolamento, una realtà che spesso caratterizza la condizione femminile ovunque sia non ha confini di classe sociale. 
Ambedue sono andate avanti per la loro strada senza mai piegarsi, il compito di arrendersi, adattarsi è spettato a chi stava loro accanto. I famigliari hanno subìto le scelte più grandi, le ragioni di stato, hanno sacrificato il loro piccolo, modesto sè per un bene più grande, il bene di tutti.

Per raccontare la vita, le vicende delle due signore di ferro i due registi, un uomo e una donna, hanno optato per una scelta analoga:  hanno messo il corpo al centro dello schermo e hanno chiesto una maggiore fisicità alle loro attrici che hanno dovuto usare il corpo come maggior significante piuttosto che la parola, proprio per dare spessore, visibilità, misura alla condizione di queste due donne che hanno sacrificato tanto del loro corpo, in termini di affetti, cure, vicinanza.

C'é una grande sofferenza e dignità nelle figure di questi famigliari che hanno condiviso nell' ombra le vite sotto i riflettori di Margaret Tatcher e Aung Sang Suu Kyi. I film sono sopratutto un tributo a loro.


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