La La Land di Damien Chazelle 2017
La la land, Damien Chazelle, 2017
Vincitore di sette Golden
Globes, vincitore dell’Oscar nella categoria Miglior Film, undici Nominations
agli oscar inglesi, questo è il non indifferente bottino di premi che si è
portato a casa.
I protagonisti Sebastian e Mia
sono due aspiranti artisti, il primo è un pianista jazz che non vuole
arrendersi a suonare qualcosa che non sia puro jazz, Mia vuole fare l’attrice e
passa da un provino all’altro senza che nulla accada, intanto fa i caffè al bar
della Warner Bros Studio. Ma anche per loro arriverà il momento in cui
tutto cambia. Sin dalle parole della coinvolgente canzone “It’s another day
of sun” ballata sui tetti delle macchine ferme in un ingorgo nella
superstrada che porta a Los Angeles, capiamo che la città è la meta di tutti i
giovani aspiranti attori-cantanti-musicisti, insomma di chi ha un sogno da
inseguire, che non mollerà perché il giorno dopo, comunque, sarà un altro
giorno di sole.
L’espressione inglese La La
Land sta ad indicare il mondo dei sogni, come opposto al mondo pratico. La La Land è il mondo dove aspetti
“Qualcuno nella folla” [seconda canzone del soundtrack] che si faccia
avanti e ti porti via a sognare con lui. E’ il mondo delle promesse non dette
ma scambiate tra occhi che si guardano scintillanti. Quelli appunto di
Sebastian e Mia.
E’ il mondo delle storie che
sono rimaste sepolte per anni nel subconscio e alimentano i nostri sogni
d’oggi, di tante partenze per andare ad inseguire una speranza, di persone che
ci guardano andare via trattenendo le lacrime mentre noi già guardiamo avanti
felici.
Puoi abitare La La Land per anni, nell’adolescenza e
poi abbandonarla appena entri nel mondo adulto. Se sei ostinata, visionaria,
fedele alla tua arte, ci stai tutta la vita. Ci potrai stare da povera, da fallita,
felice negli alti e bassi mentre impari come si fa a vivere. C’è chi ci sta alla grande fin da subito
perché ha un grande talento, vive nel posto giusto al momento giusto e crede
fermamente in sé stesso. Nella La La Land
gli ostacoli possono portarti più avanti oppure disamorati, scoraggiarti,
deviarti per sempre dalla tua arte. Per i nostri protagonisti gli ostacoli li
hanno rallentati e separati. Fare le scelte quando si è in questo mondo
richiede l’abilità di una funambola e tanto coraggio. Fede. E’ un mondo per chi
si illude o viceversa per chi ha tanta fede, in se stessa e nella bontà della
vita. Non è un mondo per tutti, nemmeno per tutti gli artisti; per starci ci vogliono abilità non
comuni, se ti capita di averlo scelto, è un banco di prova per la vita, e in
questa prova ci stai con tutti i sensi aperti, pena la caduta nelle tante
trappole che lo disseminano, dei veri e propri “riti di passaggio”:
depressione, droghe e simili… Prima o poi tutti cadono, alcuni per rialzarsi
altri per rimanere nel buco.
Ho visto nel film un utile
strumento, una sorta di Bignami, per comprendere la struttura psichica di un
artista, lo stile di vita, il tipo di sfide che insegue una persona che aspira
a realizzare i suoi sogni artistici. La persona creativa è diversa da chi non lo è, ha priorità
sue proprie, dettate dalla forte spinta interna a creare e a vedere la sua
creazione andare per il mondo…e la passione rende ciechi e sordi. Soprattutto
alle realtà limitanti della quotidianità. Le sue scelte di vita risultano
incomprensibili, talvolta illogiche ma sempre discutibili da chi non è artista.
Il regista si era fatto notare
con un altro notevole film musicale Wiplash. Ma la cosa davvero incredibile è che Chazelle
non era neppure 32enne quando ha girato il film… un film che non è solo un
tributo ai musicals degli anni Sessanta o un entusiasmante canto alla particolare energia di Los
Angeles attraversata dai sogni dei tantissimi che vi arrivano per seguire un
sogno di fama, ma è un film di tutto rispetto destinato a rimanere nella storia del musical per la sua originalità, il ritmo
sostenuto, coinvolgente e per le musiche, a pari dignità dei musicals del passato che ha voluto omaggiare.
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