respiro di emanuele crialese (2002)

 

 


Crialese, romano classe 1965 si è fatto notare con un lungometraggio in inglese da lui scritto e prodotto, oltre che diretto, Once we were Strangers (1997) che è stato poi selezionato alla mostra internazionale del cinema indipendente del Sundance Festival. Di per se’ un fatto notevole perchè nessun regista italiano era mai risultato cosi interessante. Il film vuole rimandare a Once we were Warriors di Lee Tamahori con la sua storia di Maori sradicati nei quartieri ghetto di Auckland in Nuova Zelanda, Crialese invece narra le vicende di due immigrati italiani nella Grande Mela dei giorni nostri.

Respiro è un film ancora oggi, a tanti anni di distanza dalla sua uscita, amato e ricordato. Ho constatato più volte, come il personaggio di Grazia, interpretato dalla Golino, forse in una delle sue interpretazioni più riuscite, sia entrato nelle corde, nell’immaginario di molte donne.

Grazia vive in una piccola isola non identificata ma gli scenari sono quelli mozzafiato di Lampedusa. Due figli già adolescenti, Pasquale e Marinella, e uno ancora piccolo, il sagace Filippo. Il marito Piero fa il pescatore e l’ama anche se in paese Grazia è ritenuta un pò toccata perche’ va alla spiaggia con i figli e fa il bagno nuda e sfrontata saluta anche un peschereccio di passaggio. Il marito si beve una birra con gli amici davanti casa e lei si unisce al gruppo per fare conversazione ma non riceve risposta, non sta bene che una donna parli con gli uomini. In realtà non è toccata, è solo ribelle al clima claustrofobico e bigotto dell’isola e ama provocare scompiglio. Insomma le manca il respiro, si sente sempre più intrappolata e reagisce con maggiore enfasi finchè il paese non le perdona una malefatta e si coalizza contro di lei chiedendo al marito di portarla al nord da un dottore perchè la curi. Il marito dapprima resiste poi cede. Ma Grazia dalla sua ha i figli che la difendono e la nascondono in attesa che le acque si calmino. Il personaggio di Grazia interpretato da Valeria Golino è un misto di seduzione, vitalità e trasgressione adolescente. Sfortunatamente tutti attributi letali per una donna, tanta esibizione di vita da sempre è scoraggiata, e non solo al Sud. La scena finale riconciliatoria del film è intensa, acquatica e liberatoria. Bella come tutto il film. 

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